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Reply to: The clinical utility of genome-wide noninvasive prenatal screening (Fiorentino et al.), Prenat Diagn. 2017 Apr 17

Ago 1, 2017

Gravidanza

Grati FR, Benn P.
Reply to: The clinical utility of genome-wide noninvasive prenatal screening (Fiorentino et al., Prenat Diagn. 2017 Apr 17. Doi:10.1002/pd.5053). Prenat Diagn. 2017
I test non invasivi basati su cell-free DNA sono stati ampiamente validati per la valutazione delle trisomie 21, 18 e 13. Recentemente Fiorentino e collaboratori hanno pubblicato uno studio condotto su circa 12000 campioni in cui è stato applicato il cell-free DNA (cfDNA) test ‘genome-wide’ (GW) per l’indagine di tutti gli sbilanciamenti cromosomici, incluse le trisomie autosomiche rare e le grandi delezioni e duplicazioni localizzati lungo tutto il genoma. Gli autori riportano il 100% si sensibilità per tutte le anomalie cromosomiche e concludono di avere dimostrato l’utilità clinica di questo test.
Il Journal Prenatal Diagnosis ha accettato la lettera di risposta della dott.ssa Grati e il dr Peter Benn.
I due genetisti dimostrano come lo studio pubblicato non sia strutturato per valutare la sensibilità del test: infatti, la telefonata a casa o al pediatra di famiglia non è una procedura sufficiente per determinare la reale assenza di anomalie cromosomiche nella popolazione di neonati che hanno ricevuto un risultato a basso rischio mediante GW cfDNA test. Inoltre, basandosi sulla prevalenza di tutte le anomalie cromosomiche nella popolazione di feti anatomicamente normali, i due genetisti calcolano che nello studio di Fiorentino e coll. non sono state identificate almeno il 50% delle trisomie autosomiche rare a mosaico e omogenee, il 50% degli sbilanciamenti parziali genomici di grandi dimensioni ed il 90% delle microdelezioni 22q11.2.
I due genetisti concludono quindi che:

  1. Lo studio pubblicato non dimostra affatto l’utilità clinica del test GW-cfDNA: tale studio è ben più modesto e mostra solamente come, applicando un test più ampio, alcune anomalie cromosomiche aggiuntive possano essere identificate;
  2. Lo studio pubblicato non permette di valutare i valori predittivi: non avendo analizzato il cariotipo di tutti i 12000 neonati non sono, di fatto, noti i valori predittivi positivi e negativi, essenziali per condurre una consulenza post test chiarificatrice per spiegare il risultati alla gestante. Per tale motivo tutte le società scientifiche nazionali ed internazionali NON raccomandano l’utilizzo dei test GW-cfDNA perché NON validati: nessuno studio sinora
    pubblicato permette una validazione del test GW-cfDNA e la dimostrazione della sua utilità clinica;
  3. Per dimostrare l’utilità clinica del test GW-cfDNA si devono condurre studi rigorosi che includano:
  • L’analisi del cariotipo dell’intera coorte di feti per calcolare in modo affidabile la sensibilità e la specificità del test;
  • La definizione delle dimensioni minime degli sbilanciamenti e della frazione minima di DNA fetale circolante richieste per identificarli in modo affidabile;
  • La raccolta dei follow-up clinici nei casi con trisomie autosomiche rare per comprendere se tali condizioni comportino realmente un aumento dell’incidenza delle complicanze delle gravidanza, dei ritardi di crescita fetale e della morte fetale;
  • La definizione di protocolli clinici delle gravidanze in cui è stato identificato un risultato ad alto rischio che comportino il miglioramento della salute fetale e materna.

 
La lettera di Grati FR e Benn P apparirà presto in Pubmed
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed
e nel sito di Prenatal Diagnosis Journal
http://obgyn.onlinelibrary.wiley.com/hub/journal/10.1002/(ISSN)1097-0223/
 

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